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Casanova

    Gino Casanova

    Nasce a Santo Stefano di Cadore (BL) il 18 di luglio del 1920.
    Compie gli studi ginnasiali e poi si trasferisce a Roma dove frequenta la Scuola Libera di Studi Archeologici presso il Museo di Valle Giulia.

    Emigra poi in Belgio per lavorare all’Euratom. Nel frattempo segue i corsi di disegno e modellato all’Accademia di Belle Arti di Liegi.
    La sua attività espositiva inizia a Roma nel 1951 e sarà presente anche nel 1952, anno nel quale consegue il diploma di Maestro d’Arte in Belgio.
    Casanova, nei mesi estivi soggiorna prima a Roma poi a Venezia dove frequenta La Galleria del Cavallino. Viene a contatto con gli artisti del Neorealismo, dell’Informale, della Pittura Analitica e dello Spazialismo.

    Nel 1958 è presente a Cortina d’Ampezzo con una mostra personale, e sempre nello stesso anno espone a Bruges e a Liegi. Tutto questo dopo aver ricevuto, nel 1957, l’importante riconoscimento: Gran Prix del La Ville del Liège.
    Gli anni sessanta sono introdotti da due importanti riconoscimenti, nel 1961, il Premio E.E.A., mentre l’anno seguente riceve il Primo premio della città di Liegi, diventando così membro effettivo del La Section de Arts Plastique de l’A.P.I.A.W.; riconoscimenti avvalorati anche da due importanti mostre tenutesia Liegi presso la Galerie Emergences assieme al pittore Charles Fallais.
    L’anno seguente è insignito del Premio Provincia di Liegi.
    Nel 1966 riceve l’importante Premio Marzotto de la Communauté Européenne.
    Regolarmente, per un ventennio, tiene delle mostre personali presso la Gertrude van Dyck Galery e alla galleria l’Oeil, molte con la critica di Stéphane Rey.
    Il Museo Arte Moderna di Bruxelles, nel 1958, acquista L’homme au Coq. Il Museo di Belle Arti di Liegi conserva L’Homme Couché, mentre Al Castel de Pont-à-lesse viene collocata l’opera Les Ovriers.
    Nel 1981 la città di Bruxelles gli allestisce una importante esposizione antologica.
    La sua attività artistica ed espositiva si protrae fino al 28 dicembre del 1994, anno della sua morte.

    Di lui si sono occupati diversi giornalisti, critici o operatori culturali tra questi vale citare Emile Longui, già direttore del ministero della cultura belga; Léon Koening, già Conservatore del museo di Belle Arti di Liegi. In Italia Tullio Tentori ex direttore del Museo delle Tradizioni e arti popolari di Roma; giornalisti e critici, come Paul Caso, Andre Marc, ReJac, Alain Viray, Gigi Scarpa, Stéphane Rey, Philippe Cruysmans, Guido Buzzo, Berto Morucchio, Diego A. Collovini.

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